L'associazione

(A.S.B.U.C.) Amministrazione Separata beni uso civico Fornole.

l'Asbuc nasce con decreto prefettizio del 27-10-1973 prima dominio collettivo di Fornole.

La proprietà è formata da 66 ettari di terreni, la maggior parte bosco.

Tali terreni sono lasciti da famiglie e proprietari terrieri del 1800 valutati in scudi, moneta dell'epoca, per il godimento degli abitanti di Fornole.

Eventi e organizzazioni

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La leggenda del Drago

La valle degli Umbri e dei Sabini si estendeva a perdita d'occhio di monti Viterbium a quelli di Sabina fino a confini di Narnia e Ameria. Le genti di questa valle non ne poteva più del mostro, le sue scorribande e razzie erano diventate un'incubo.
Galline, conigli, cani, gatti, maialini tutto rientrava nel suo menù. Esso, dopo il tramonto scendeva in picchiata dal cielo sulla preda prescelta e la carpiva all'uomo per poi scomparire nel cielo ormai buio.

Nessuno sapea ove fosse la sua tana; da dove venisse; dove consumasse il vile pasto; ove attendesse la prossima razzia; finchè un giorno una voce insistente si sparse per la valle, arrivando alle orecchie e alle menti delle genti: "il mostro si era portato via un bambino, si un bambino, un cucciolo d'uomo, certo, per mangiarselo". A questo punto gli abitanti a valle non poteron più.

Tre fratelli coraggiosi e forti: Pancrazio il grande, Oreste il mediano e Silvestro il giovane decisero di porre fine al terrore e chiudere una volta per sempre la partita col mostro o con quel che diavolo fosse. Divisero il territorio e ognuno partì per la sua direzione per suo destino.
Oreste di avviò verso i monti di Viterbium; Pancrazio verso quelli di Sabinia; Silvestro verso quelli Umbri tra Narnia e Ameria.

Passarono giorni, settimane, forse mesi, poi Silvestro trovò su di un monte vicino Castrum Fornuli una catasta di ossa spolpate proprio davanti ad una apertura tra le rocce.

"Era la buca del Drago".

Subito Silvestro preparò un cappio legandolo ad una catena a sua volta ad un grosso scoglio. Si appostò sopra la buca e aspettò.

Verso il tramonto uno stridio tremendo lo fece sobbalzare. Era il Drago che, svegliandosi, stava per uscire e volare verso nuove razzie. Messo il muso fuori dalla sua tana il Drago se lo ritrovò cinto dal cappio.
Cercò di liberarsene invano, provò ancora ma il cappio stava per soffocarlo.

Esultante Silvestro lo lasciò dimenare fino a sfinimento tanto nulla più potea. Nel frattempo, raccolta molta legna, accese un falò nel punto più alto del monte onde poter così avvisare i fratelli dell'avvenuta cattura.
Quando Pancrazio e Oreste lo raggiunsero, Silvestro avea già sottomesso il Drago tenendolo a catena.

Le genti di Castrum Fornuli grate lo applaudivano.
Fu così che finalmente non avendo più nulla da temere vissero tranquille e prospere.